Crescita: questa la parola che potrebbe riassumere lo spirito degli ultimi giorni.
Siamo tornati da Bologna, dove abbiamo vissuto momenti intensi, che attendevamo con impazienza. Il SANA, il Salone Internazionale del Biologico e del Naturale, è l’evento italiano più importante per il nostro settore, e non ha deluso le aspettative di chi vi ha partecipato. Tanti operatori del settore, ovviamente, ma anche giornalisti da tutto il mondo e persone comuni, famiglie che testimoniano l’interesse sempre crescente verso il mondo del biologico e del naturale, dall’alimentare alla cosmesi.
I numeri danno la conferma di ciò che abbiamo visto con i nostri occhi: una superficie espositiva di 22000 mq (il 13% in più rispetto all’edizione 2016) ha ospitato buyers provenienti da 30 Paesi, interessati a conoscere le 920 aziende espositrici.
Grande successo anche per lo stand di ProntoBio e della Cooperativa agricola Amrita, premiate da visitatori nuovi, curiosi di conoscere i nostri prodotti, e da tanti consumatori ormai affezionati. Abbiamo registrato decine di contratti commerciali (lo scopo di ogni partecipazione alle fiere di settore) ma ciò che soprattutto ci lusinga è l’apprezzamento spontaneo dei visitatori “normali”, provenienti da tutta Italia. Alcuni di loro hanno dimostrato di apprezzare la possibilità di ricevere direttamente a casa i prodotti da forno a km 0 e i sottolio da agricoltura biologica certificata. Ci ha fatto piacere anche sapere che in molti seguono e apprezzano il nostro blog di informazione ed approfondimento.
L’interesse manifestato dai visitatori di SANA 2017, infatti, va oltre l’acquisto: è finalizzato alla conoscenza di una cultura in pieno sviluppo. Più di 70 le occasioni di approfondimento organizzate nei quattro giorni di fiera, tra presentazioni, workshop e convegni seguitissimi. Tra questi, “Quale regolamento per potenziare la crescita del biologico europeo?”, convegno nel corso del quale è stato presentato l’Osservatorio SANA, realizzato da Nomisma con il finanziamento di Bologna Fiere e il patrocinio di Feder Bio e Asso Bio. Lo studio ha confermato una crescita preannunciata già da altre fonti; operatori e superfici destinate all’agricoltura biologica, in Italia, crescono del 20% nell’arco del 2016; il biomade in Italy incide del 5% sull’export dei prodotti agroalimentari, con un fatturato di circa 2 miliardi di euro. E i consumi nel nostro Paese? Buone notizie anche qui. L’indagine Nomisma ha approfondito i comportamenti alimentari di 850 famiglie italiane: tra queste, il 78% ha acquistato almeno un prodotto biologico negli ultimi dodici mesi. Nel folto gruppo di userbio(cresciuto del 25% in cinque anni), il 60% afferma di consumare bio almeno una volta a settimana. Perché? Perché i prodotti biologici offrono maggiori garanzie per la salute (il 50% dei consumatori italiani è attento ad acquistare prodotti privi di pesticidi e chimica di sintesi), sono qualitativamente migliori degli omologhi non bio (per il 34% dei consumatori) e sono prodotti con metodi sostenibili (per il 29%).
A proposito di produrre… dopo una vetrina ricca di soddisfazioni, per noi è ora di tornare al lavoro!
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