Sono da aggiornare al rialzo le cifre che raccontano un fenomeno costantemente in crescita: il “bio” e il “green” conquistano 7 donne su 10. Lo riferisce Adnkronos che, a sua volta, cita un’indagine realizzata dall’azienda “Beltè”, che ha coinvolto circa 1.600 italiane tra i 18 e i 65 anni, “attraverso un monitoraggio online su social network, blog, forum e community, per scoprire quali siano le tendenze in termini di consumi, turismo e tempo libero”. E i risultati non sorprendono se si considera che, ormai, le scelte declinate al salutismo rappresentano un vero e proprio stile di vita e sono pertanto irrinunciabili. Secondo l’indagine, le donne “scelgono bevande e frutta bio, acquistano vestiti in tessuti organici e per le vacanze prediligono attività all’aria aperta e trattamenti di benessere”. E inoltre “preferiscono prodotti che rispecchino i valori della naturalità (75%), che siano biologici (72%) e che rispettino l’ambiente (70%). Anche l’attività fisica (65%), il turismo (63%) e l’enogastronomia (59%) vedono un vero e proprio boom” all’insegna della natura e del benessere e del mangiare sano. Proprio in termini di alimentazione, AdnKronos, cita una ricerca condotta da “Ismea” (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) che ha confermato che, se nel 2014 gli acquisti di prodotti biologici hanno registrato un incremento dell’11%, oggi, quel dato è schizzato addirittura al 20%. E anche “Assobio” certifica il boom del cibo biologico, con un +21% a maggio 2016 nel canale della grande distribuzione e +13,5 nel canale specializzato, con una fortissima crescita dell’e-commerce biologico, specialmente per il comparto agroalimentare.
Per un identikit delle cosiddette “bio lovers”, la maggior parte ha tra i 30 e i 49 anni (77%), mentre la percentuale scende al 70% tra i 18 e i 29 anni e al 66% tra le over 30. A livello territoriale la naturalità è un valore preponderante al Nord (75%), seguito da Centro (72%), Sud (69%) e Isole (67%), con dei picchi nelle metropoli come Milano (78%), Roma (76%) e Torino (73%). Un grande risultato se si pensa che, solo pochi anni fa, chi faceva scelte di questo tipo, era considerato un autentico fanatico.
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