Chi mangia/consuma biologico in Italia? E perché? Ci ha pensato “Nomisma” (società indipendente che realizza attività di ricerca e consulenza economica per imprese, associazioni e pubbliche amministrazioni) a refertare la radiografia di un popolo “green” che è sempre in cammino.
In effetti, il biologico cresce a doppia cifra e ha smesso, da tempo, di essere fenomeno “di nicchia”. Il settore trainante resta l’ortofrutta con il maggiore numero di famiglie acquirenti, soprattutto attraverso gruppi di acquisto e ricorso sistematico a cooperative di agricoltori, come la nostra AMRITA, con sede a Scorrano (LE).
Tra i fattori che spingono in alto l’interesse verso il bio, vi sono reddito e istruzione: “a maggior capacità di spesa e titolo di studio più elevato del responsabile acquisti della famiglia, si associano tassi di penetrazione più elevati”. Anche la fascia di età rappresenta una chiave di lettura: “tra i responsabili degli acquisti della famiglia di età compresa tra 30 e 44 anni, la quota di acquirenti è più elevata (65% contro 51% deli over 55).
L’interesse per l’ortofrutta “è più forte anche in funzione degli stili alimentari: il ricorso al bio sale all’84% nei vegetariani e nell’83% tra i vegani, tra chi segue la dieta macrobiotica la quota è superiore al 90%”. Anche nei nuclei con figli di età inferiore a 12 anni l’interesse per l’ortofrutta fresca bio è più alto: “le famiglie acquirenti in questo segmento sale al 72% contro il 56% delle famiglie senza figli conviventi o con figli già adolescenti.
Tra i consumatori, il 64% mangia frutta e verdura ogni giorno o quasi (28%) o almeno una volta a settimana (36%), selezionandola soprattutto in base alla stagionalità (il 30% indica questo fattore come principale tra i criteri di scelta) e all’origine italiana (28%)”. Due i motivi principali che portano a scegliere ortofrutta fresca biologica: “la maggior sicurezza per la salute (1 acquirente su 4 indica tale fattore come prioritario)” e il livello di qualità offerto: “il 63% degli acquirenti ritiene che l’ortofrutta fresca biologica abbia caratteristiche organolettiche superiori a quella convenzionale”. In sintesi, il bio appassiona e rende consapevoli.
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