Se non buttate via niente, se conservate anche le briciole per poi mangiarle il giorno successivo, l’Happy Meal del McDonald’s (o, in genere, il cibo da fast food) è un alimento che fa per voi. La lunga conservazione – ormai un pallido ricordo – diventa lunghissima. E raggiunge il tetto surreale dei CINQUE ANNI!
Lo ha scoperto Sally Davies, fotografa vegana di New York. L’artista racconta:
“Il 10 aprile scorso ho comprato un hamburger e l’ho portato a casa con l’esplicita intenzione di lasciarlo fuori dal frigorifero per vedere cosa accadeva e ho iniziato a fotografarlo quotidianamente. Ho scelto McDonald’s perché era più vicino a casa mia, ma il progetto avrebbe potuto essere relativo a qualsiasi altro fast food di New York. I giorni passavano e non c’erano grandi cambiamenti. La carne ha emanato cattivo odore per un po’, ma poi ha smesso. Le patatine erano leggermente striminzite ma l’aspetto complessivo del prodotto alimentare non è cambiato. Dopo sei mesi, il cibo sembra di plastica al tatto ed ha una lucentezza come se fosse acrilico”. L’esperimento è poi andato avanti, mese dopo mese, per 5 anni.
Il servizio fotografico completo puoi visualizzarlo QUI. Guardatelo fino alla fine!
Secondo la Davies, che ha ribattezzato la ricerca “Happy Meal project”, il panino “si opporrebbe alle forze della natura”. Dopo oltre 600 giorni, la realtà fotografata (è proprio il caso di dirlo) mette in evidenza il fatto che la carne contenuta nel panino e le patatine fritte, non hanno subito grandi cambiamenti (considerando il tempo trascorso), in rapporto alla forma (per ciò che ci è dato vedere) e all’odore (se ci fidiamo delle parole dell’artista).
McDonald ha solo ribadito in un comunicato che “i menu sono freschi e preparati nei ristoranti nel gruppo” e che “tutti gli ingredienti del menù sono freschi e preparati sul momento”. A chi asseriva persino che il loro cibo non fosse biodegradabile, Danya Proud, portavoce di una delle più grosse multinazionali di fast food ha replicato: “Questo non è altro che una pretesa stravagante ed è completamente falsa”.
L’esperimento dell’artista americana ha comunque suscitato un vespaio di polemiche negli Usa circa il metodo con cui gli alimenti destinati ai fast food sono trattati in nome della lunga conservazione.
I cittadini americani che hanno seguito la vicenda sono rimasti shockati e – probabilmente – parecchio preoccupati visto il consumo vertiginoso di carne industriale che si fa da quelle parti.
Comunque, che sia tutto vero o che sia tutto falso, la certezza è una e una sola: per un numero sempre crescente di consumatori consapevoli, la spesa viene effettuata esclusivamente da produttori biologici certificati e riducendo sempre di più il consumo di carne e derivati animali. In questo processo, l’e-commerce offre una soluzione comoda e a portata di click.
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