Prodotti biologici troppo costosi per un consumo di massa: lo dice uno studio di Consumer Reports, che ha selezionato più di cento prodotti e registrato la differenza di prezzo tra le due varianti, biologica e non. Se alcuni articoli come carote ed olio d’oliva si sono rivelati più economici nella versione bio, altri, come le zucchine, arrivano a costare persino il 303% in più rispetto all’equivalente. La discriminante? Semplicemente, il venditore. Negozi specializzati o GDO? Grandi marchi o filiere di nicchia? Ma soprattutto, negozi tradizionali o e-commerce? Ogni scelta ha il suo prezzo, e preferire piccole realtà che, come ProntoBio, diano la possibilità di acquistare on-line sembra una delle mosse migliori per risparmiare.
Una conclusione confermata dal Washington Post, che, per aiutare i consumatori ad acquisire una maggiore consapevolezza, ha individuato poche regole da seguire: mangiare sano spendendo meno non è impossibile, anzi!
La lista di consigli spazia da soluzioni intuitive, come optare per prodotti ortofrutticoli di stagione ed approfittare delle offerte, ad altre molto più impegnative ma anche soddisfacenti, come l’idea di creare un piccolo orto domestico: più km 0 di così…
Ma il punto saliente riguarda la scelta di produttori e rivenditori. Come succede per altri settori, un grande marchio implica un grande prezzo; realtà più piccole potrebbero, invece, offrire la qualità a prezzi più competitivi, soprattutto se si acquista on-line. La grande distribuzione e le catene di negozi specializzati sono infatti condizionati dalla “moda” del biologico, che fa lievitare i prezzi di vendita.
Come sottolinea Consumer Reports, acquistare prodotti biologici contribuisce al benessere nostro e del Pianeta: frutta e verdura bio sono più ricchi di antiossidanti e conservano al meglio tutte le proprietà nutrizionali; sono naturalmente sani, perché non contaminati da agenti chimici. I metodi di coltivazione delle materie prime organiche sono diversi da quelli adottati nell’agricoltura massiva: c’è maggiore attenzione nell’uso di risorse non rinnovabili, nel rispetto di un ambiente già pesantemente condizionato.
Molti consumatori, anche italiani, ne sono consapevoli, e si dicono anche disposti a pagare di più per avere in cambio una qualità sostenibile. Ma se si può anche risparmiare, perché non approfittarne?
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